chi "soffre" di varismo, cioe' l'attitudine a stare in modo piu' o meno accentuato con le gambe ad "O", poggia i piedi mettendo a terra prima il lato destro del tallone e della pianta del piede e poi tutto il resto del piede, consumando cosi' talloni delle scarpe sul lato esterno (abbastanza intuitivo da immaginare e visualizzare).
Se una persona che "soffre" di varismo (statisticamente i maschi hanno molto frequentemente le gambe a "O") sale sulla tavola da snowboard, allora sara' portato a poggiare i i piedi sul lato esterno degli attacchi, cosa che, associata al fatto che le gambe sono forzatamente divaricate (posizione non proprio spontanea), porta nei casi migliori ad un dolore alla parte esterna dei piedi e nei casi peggiori ad un dolore all'articolazione delle ginocchia (quasi sempre il ginocchio anteriore).
Infatti, per lenire il dolore alla parte esterna dei piedi, si e' portati a ruotare le spalle nel senso di avanzamento della tavola, "girandosi" in avanti e questa e' la mazzata finale per il ginocchio anteriore....
Ci sono 3 soluzioni:
1) aumentare gli angoli degli attacchi, esagerando la posizione "a papera" dei piedi.. se provi a concentrarti e a "sentire" i piedi, ti accorgerai che gli angoli accentuati fanno stare i piedi meglio interamente poggiati negli attacchi.
2) usare spessori appositi per aumentare l'angolo di "canting" dei "contact pad" degli attacchi. Molti modelli hanno ormai spessori di diversi angoli (1°, 3°. 4°) che assecondano la posizione dei piedi quando le gambe sono divaricate. (Nello sci professionistico si corregge il canting da almeno 20 anni, addirittura modificando gli scarponi per non toccare troppo gli attacchi che, da regolamento, devono avere una altezza prefissata dal suolo sulla quale non si puo' giocare troppo).
http://snowboardrobot.com/what-are-canted-footbeds/
https://www.youtube.com/watch?v=LnS-V0MHreY
3) la cosa migliore: curare la postura in modo da sforzarsi a stare con l'intera pianta del piede nell'attacco e imparare a non voltare le spalle nella direzione di avanzamento della tavola.
E' la cosa piu' difficile.. all'inizio richiede molta concentrazione.. io trovavo questa continua concentrazione anche stancante....
Peso totalmente e uniformemente "dentro gli attacchi", equamente distribuito tra i due piedi che "percepiscono" bene gli attacchi in cui sono imprigionati... peso del corpo ben centrato sia longitudinalmente che trasversalmente sulla tavola, spalle parallele alla tavola e non ruotate, baricentro (ombelico e sedere) "nella" tavola e non fuori da essa...
Gli angoli sono pian piano diminuiti spontaneamente.
Per me e' stata una fatica immane e tutt'ora quando mi fa di fare "il bigolo" scendo come mi pare.. pero' adesso so quando sbaglio e dove sbaglio e so perche' dopo un po' mi torna il doloretto che era finalmente sparito.