05-12-2020, 12:10 PM
Buongiorno a tutti.
Premesso che son un perfetto idiota, mediamente intelligente ( vorrei esserlo molto di più), mediamente acculturato ( vorrei esserlo molto di più) proviamo a metter giù una sorta di protocollo nostro che vada oltre o magari ad integrare quello che uscirà? O chissà magari che qualcheduno deputato a fare il protocollo non legga e prenda anche un piccolo spunto?
Partiamo:
Code- Ski pass solo online, o chi non potrà più casse con personale preposto a far rispettare il distanziamento.
Ragazzi poi mi dite che belin cambia a stare in coda a 2 metri o attaccati? Niente.Quindi mettiamoci anche del nostro.. anche perché i fenomeni che faranno foto ahimè ci saranno...fotograferanno si una coda, ma ordinata e distanziata.
Il fine settimana e festivi le località dovrebbero creare un app con un Max di ski pass vendibili e (forse) accesso solo a chi ha prenotazione albergo o ai residenti; in tal modo uno da casa vede ski pass esauriti e così nn si muove, ovviamente farei ciò per limitare il pendolarismo del fine settimana.
Impianti- funivie direi al 50% della capienza, in caso di emergenza come maltempo eccc al 100% e ovviamente con mascherina o scaldacollo su naso e bocca.. seggiovie direi al 100 per cento con scaldacollo o mascherine.. ski lift il problema non sussiste e mi sembra evidente.
Rifugi e apres ski- direi come i rist, tavoli distanziati con numero Max e prenotabili di nuovo con app dei rist con tanto di ora, come una della tante app già esistenti tipo “The fork”, tu arrivi alla tot ora e sai che hai il tavolo, gli altri che tramite app vedono il locale esaurito così evitano di fermarsi e si dirigono negli altri liberi o semplicemente cambiano orario.
In pista- direi il problema non esiste visto il naturale distanziamento.
Non mi sembrano cose impossibili da fare ma cosa fondamentale oltre a eseguire ciò che ci diranno di fare tramite regolamentazioni varie cerchiamo di metterci noi del buon senso che vada oltre dpcm e dettami vari che ci verranno imposti.
Dopo questo Pippone mandatemi pure a quel paese
Premesso che son un perfetto idiota, mediamente intelligente ( vorrei esserlo molto di più), mediamente acculturato ( vorrei esserlo molto di più) proviamo a metter giù una sorta di protocollo nostro che vada oltre o magari ad integrare quello che uscirà? O chissà magari che qualcheduno deputato a fare il protocollo non legga e prenda anche un piccolo spunto?
Partiamo:
Code- Ski pass solo online, o chi non potrà più casse con personale preposto a far rispettare il distanziamento.
Ragazzi poi mi dite che belin cambia a stare in coda a 2 metri o attaccati? Niente.Quindi mettiamoci anche del nostro.. anche perché i fenomeni che faranno foto ahimè ci saranno...fotograferanno si una coda, ma ordinata e distanziata.
Il fine settimana e festivi le località dovrebbero creare un app con un Max di ski pass vendibili e (forse) accesso solo a chi ha prenotazione albergo o ai residenti; in tal modo uno da casa vede ski pass esauriti e così nn si muove, ovviamente farei ciò per limitare il pendolarismo del fine settimana.
Impianti- funivie direi al 50% della capienza, in caso di emergenza come maltempo eccc al 100% e ovviamente con mascherina o scaldacollo su naso e bocca.. seggiovie direi al 100 per cento con scaldacollo o mascherine.. ski lift il problema non sussiste e mi sembra evidente.
Rifugi e apres ski- direi come i rist, tavoli distanziati con numero Max e prenotabili di nuovo con app dei rist con tanto di ora, come una della tante app già esistenti tipo “The fork”, tu arrivi alla tot ora e sai che hai il tavolo, gli altri che tramite app vedono il locale esaurito così evitano di fermarsi e si dirigono negli altri liberi o semplicemente cambiano orario.
In pista- direi il problema non esiste visto il naturale distanziamento.
Non mi sembrano cose impossibili da fare ma cosa fondamentale oltre a eseguire ciò che ci diranno di fare tramite regolamentazioni varie cerchiamo di metterci noi del buon senso che vada oltre dpcm e dettami vari che ci verranno imposti.
Dopo questo Pippone mandatemi pure a quel paese