Ecco cosa ho capito di questa Grip in 1 giorno e mezzo di riding:
(Premessa: io ho generalmente bisogno di molte uscite per farmi un'idea abbastanza precisa di cosa ho sotto i piedi e per avere un confronto obiettivo con le altre mie tavole)
Il primo giorno, nel primo mattino, le piste e anche alcuni fuori pista erano molto duri e ghiacciati.
Si tratta di condizioni che generalmente "rifuggo" come la peste e che non mi piacciono.
Non ho quindi mai sviluppato capacita' di conduzione su questo tipo di fondo e, complice il fatto di avere una tavola mai "indossata", ho solo surfato con molta calma in attesa di un'ora piu' calda.
Un'ora dopo, con qualche grado in piu' e piste che si ammorbidivano nel primo centimetro di suoerficie, la musica e' cambiata...
Subito ho sentito immediatamente l'effetto dell'equalizer, il profilo di sciancratura formato da tre segmenti rettilinei invece di una curva continua.
Abituato alle scincrature curvilinee, l'equalizer mi ha inizialmente colto di sorpresa, ma dopo un po', ho preso confidenza e ho cominciato ad "abbandonarmi" ad esso, lasciandolo fare...e qui e' stato uno spettacolo!
Come dicevo, io non sono un conduttore di curve ma l'equalizer e' fantastico: il primo segmento mi faceva entrare in curva in modo dolce ma poi, andando a velocita' sufficiente e curvando, ad esempio, in frontside che e' piu' facile, sentivo nettamente l'effetto del 2° e 3° segmento che man mano entravano in gioco e mi sostenevano sempre di piu' stringendo il raggio della curva.
Il 3° segmento e' fantastico: abbandonandomi con il corpo e lasciandolo lavorare, mi portava a completare curve condotte perfettamente circolari che si concludevano riportandomi a risalire la pista... avete capito bene! mi trovavo a chiudere cerchi pressoche' perfetti e a tornare indietro surfando in salita!!
Io non avevo praticamente mai fatto una cosa simile, figuriamoci trovarmi a farla con una tale naturalezza e semplicita'!!!
Il secondo giorno sono arrivato a capire con il corpo il momento esatto in cui il 3° segmento entra in azione potendo cosi' riuscire, specie fuori pista, ad "azionarlo" per un attimo senza farmi soppraffare da esso per poi rimettere la tavola piatta per cambiare lato di surfata.
Sono molto soddisfatto di questo equalizer e del modo col quale, con un po' di pratica, si riesca a controllarlo in modo molto istintivo, decidendo quanto spazio lasciargli per agire veramente.
Nei fuori pista, inizalmente duretti in superficie e piu' tardi sempre piu' molli e collosi, la tavola non ha accusato indecisioni: specie quando, improvvisamente, mi trovavo su un tratto mollissimo che frenava di colpo la tavola sbilanciandomi in avanti: il nose e' sempre rimasto fuori dalla neve evitando di bloccarsi e farmi cadere in avanti e costringendomi ad arretrare poco poco con il peso davvero pochissime volte.
Un effetto simile lo avevo solo con la mia Nitro 164 con 3,5 cm. di setback... un transatlantico fatto per andare fuori pista che non metteva giu' il nose neanche volendolo.
Il secondo giorno ho provato qualche tail press: venivo dalla Salomon Salvatore Sanchez che, essendo banana e di flex 1 (il piu' morbido che c'e') nella scala Salomon, si pressava praticamente senza arretrare con il corpo e anche se mi trovavo in assetto un po' sbilanciato.
La Grip, invece ha flex 3 e ho trovato che reclami a gran voce piu' cura e tecnica per essere pressata bene e a lungo.
Corpo bene indietro e tavola ben piatta con uguale pressione sulle lamine back e front altrimenti il tail mi scappa via (in press io generalmente commetto l'errore comune di spingere di piu' con la punta del piede posteriore).
Ma sono contento di questo... mi obblighera' ad affinare la tecnica.
Il secondo giorno abbiamo passato molto tempo su una breve pista nella quale i gatti avevano ricavato una serie di circa 10 grossi dossi distanti una decina di metri l'uno dall'altro... avevano la forma di "panettoni" (quindi senza dente per saltare ed ollare bene).
Dopo qualche giro di contatto ho provato a spingere un po' con le gambe per "saltellare" su questi dossi... a me piace molto staccarmi spingendo di piu' con la gamba posteriore per poi richiamarla in aria e sollevare in alto la coda.
Ebbene, la tavola mi ha ancora una volta colto di sorpresa: il pop che ho ricevuto sulla coda e' stato tale da ritrovarmi con la tavola quasi verticale e atterrando giu' diritto con il nose che si e' piantato nella neve con conseguente ruzzolone... fortunatamente la neve era' molla e morbida
Spero di poter trovare presto un park con salti facili in modo da prendere man mano confidenza con la spinta di questa tavola.
La mia impressione finale dopo un giorno e mezzo e' comunque molto positiva!!
Come dicevo, io impiego un po' per capire esattamente il comportamento di un nuovo set-up e per raggiungere la confidenza necessaria ad usarlo senza dover porre troppa attenzione "cosciente" alla surfata ed avere quindi la possibilita' di guidarlo in maniera spontanea... pero' devo dire che con la giusta attenzione i comportamenti di questa tavola sono di comprensione abbastanza immediata, cosa che rende la curva di apprendimento secondo me molto rapida.
alcuni dati sul set-up:
Tavola di lunghezza 157.
Scarponi n° 45 (11) che, nonostante la vita "snella" della tavola (24,9) non hanno mai toccato sulla neve a dispetto del fatto che punta e tallone sporgevano fuori di 2 dita (Salomon dice che lo scarpone massimo sopportato dalla tavola e' proprio il 45)
attacchi Drake Fifty 2011 usati senza spoiler
Lamine con tuning di 1° ma angolo "sidewall" lasciato a 90° (lo portero' presto a 89°).
Tavola volutamente non sciolinata... si trattava della mia prima tavola con soletta sinterizzata e volevo vedere quali fossero le differenze con le estruse.
In effetti, sui lunghi piatti di neve molla e incredibilmente collosa la tavola continuava ad andare, magari piano piano, ma andava.
Anche fermandomi, e' bastato "sculettare" per farla partire e riprendere a camminare, magari lentamente, ma imperterrita.
Ancora una volta, lo stesso comportamento l'avevo avuto 10 giorni prima sullo stesso identico tratto e con la stessa neve, solo con il "transatlantico" da 164 sciolinato la sera prima per nevi calde.