Da domenica scorsa a venerdì sono stato 5 giorni su a Passo Brocon con morosa e coppia di amici. Abbiamo prenotato in questo periodo per due motivi, il primo era l’università (che non ci ha risparmiati visto che il mio socio è salito lunedì pomeriggio avendo l’ultimo esame la mattina); il secondo erano le settimane super scontate che venivano offerte sul sito del comprensorio. Alla fine abbiamo speso 204€ a testa di pernottamento+mezza pensione+5 giorni di skipass. Spesa finale del fine settimana, birre, panini, saune, lezioni e benzina compresi sotto i 300€ a testa. Non male direi.
Hotel a conduzione familiare onestissimo, c’era tutto il necessario e siamo stati coccolati il giusto, soprattutto a tavola, dove abbiamo mangiato bene e tanto (e siamo delle forchette non da poco, garantisco…


:figo
Domenica: Arriviamo dopo pranzo con la pioggia, paesaggio desolato. La neve c’era giusto giusto sulle piste che sembravano leopardate da quante macchie nere c’erano. Depressione mode: on. Poi la situazione migliora e inizia a nevicare e non smetterà prima della sera del giorno dopo.
Lunedì: Colazione iper abbondante, montiamo in macchina presto, andiamo a ritirare i nostri skipass e ci prepariamo alla prima giornata. Nonostante nevicasse, c’erano meno piste aperte del solito(che già non erano tutte), lo snowpark non è messo meglio e non lo sarà per il resto della settimana. La neve era duretta, fresca neanche a parlarne e bisognava stare un po’ all’occhio visto che in più punti iniziava a vedersi la terra. Ma la neve cadeva e prometteva bene.
Prima lezione con il maestro Johnny, “ufficialmente” di Bassano, ma decisamente toscanaccio dall’accento, che decide che dovrò diventare un freestylone e che quindi oltre alla conduzione ci insegnerà quanti più tricks possibile, partendendo dai press, che mi hanno impegnato tutto il giorno, con risultati abbastanza scadenti a dire il vero.

:empathy:
Martedì: Le condizioni erano decisamente migliorate dopo l’abbondante nevicata del giorno prima, le piste erano molto migliorate e a bordo pista c’era un po’ di fresca. E il panorama era decisamente tornato montano. Altra lezione, altre dritte e ancora esercizio.
Poi nel pomeriggio decidiamo di darci alla fresca, scendendo per una rossa chiusa che ci invitava a provarla da tutto il giorno. Ecco, se una pista è chiusa in genere un motivo c’è. In questo caso erano i terrazzamenti a metà pista fatti di pietre, appena nascosti da un lieve manto di neve. Risultato: carambola per terra con testata violentissima su un sasso. Ematoma in faccia, tavola scannata, con un paio di segni a legno, ma niente di più. Se non avessi avuto il casco ci sarebbe stato da ridere (per gli altri…)
Mercoledì: Non potendoci riparare la tavola subito, decidiamo di scendere lo stesso (nonostante i miei dubbi per quei segni a legno sotto la soletta). Giornata tranquilla, la neve era buona, poca gente, ma le gambe che iniziavano a patire, più le botte che la stanchezza.
Giovedì: Ritiriamo la tavola e già mi girano le palle. Me l’hanno fatta a macchina, le riparazioni sono oscene, li hanno segnato la soletta e le lamina erano strapiene di sciolina. Mi incazzo, pago e inizio la giornata con le palle girate. Sentimento destinato a peggiorare.


Non sto bene, la mia caviglia malandata mi tira da morire, gli scarponi pure, gli attacchi si aprono spesso, non riesco a pressare bene(anche in funzione dei punti sopra). Quindi mando tutto a quel paese e inizio a girare da solo staccandomi un po’ da morosa e amici per non essere molesto.
In seggiovia, con l’umore sotto gli scarponi, inizio a guardarmi la tavola e noto il nostro adesivo. E mi tiro su di morale. Alla fine anche se non c’era nessuno del forum, ero pur sempre un rappresentate della nostra crew e non potevo certo essere depresso o mollare. Cosa mi avrebbero detto Ari o Angelo a vedermi così?

Allora ho mandato tutto a quel paese e mi sono messo in testa di riuscire a chiudere in 360. E l’ho provato per 2 ore, senza lamentarmi mai e prendendo tante, tante e tante cartelle in faccia. Alla fine non l’ho chiuso, ma ci sono andato vicino. In compenso morosa ed amici sono rimasti un po’ sorpresi dal cambio di atteggiamento. Il mio socio non si capacitava di come riuscissi a tirarmi su e riprovare dopo così tanti voli.
Venerdì: Ultima giornata, coronata da una bella spolverata la notte precedente. Ci dedichiamo ad un po’ di fresca, qualche trickeggio e le ultime discese, poi con calma torniamo a casa.
Bilancio della settimana: Non sono certo d’aver fatto chissà che miglioramenti, però di sicuro qualcosa in più in saccoccia ce l’ho. Le lezioni sono servite parecchio e andando avanti metterò in pratica quello che mi hanno insegnato. In conduzione vado meglio di quanto pensassi, devo imparare a gestire un po’ la situazione quando la velocità si alza, ma ci sto lavorando. Ho iniziato a girare in fakie e continuerò a lavorarci fino a farlo diventare un automatismo, sia per un discorso di completezza, sia per un discorso fisico che spiegherò subito.
Mi sono reso conto, tristemente, che la mia caviglia sinistra ha molti più limiti di quanto non pensassi. Mi sono osservato ripetutamente pressando, perché non mi riusciva proprio, e mi sono reso conto che lateralmente la caviglia non lavora e compenso la cosa piegandomi in avanti, spostando il peso. Risultato: pressavo con il culo in fuori e piegato in avanti. Cosa che non si manifesta con l’altro piede. Infatti mi venivano meglio i nosepress dei tail…Da qui la voglia di migliorare in fretta il fakie, almeno mi giro e presso decentemente. Tra l’altro la caviglia mi ha limitato anche in fresca. Non pensavo che le punte dello snow influissero così tanto, eppure la mia tavola, che le ha veramente basse, faticava un po’ a star su, quindi tenevo il peso più arretrato e la caviglia iniziava a fare un male dell’accidente.
Al tutto si sono uniti gli scarponi che mi facevano male sull’esterno della pianta e gli attacchi, il cui capstrap si mollava costantemente dalla parte opposta al cricchetto, quella “rigida” diciamo. Problemi più o meno risolti tenendo lo scarpone abbastanza lasco nella parte bassa e modificando un po’ posizione e regolazione delle straps. Però tutt’ora non capisco perché gli attacchi mi facessero sto lavoro, boh. Se avete consigli sono ben accetti.
Conclusioni: Ci siamo divertiti un sacco, abbiamo trovato neve e belle giornate e abbiamo potuto migliorare, tanto che a fine settimana riuscivo, con stile da ippopotamo, a chiudere tutti e 4 i 180, pressare in tail e nose, chiudere abbastanza un buttered pretzel, saltare grabbando e sono andato vicino al 360. Ho anche uno stiramento all’anca, il labbro rotto, un ematoma in faccia, il ginocchio che sembra un melone e la caviglia sinistra che fa male solo a pensarci. Ma sono contento così.
Adesso inizio a pensare ad una seconda tavola però



e l'anno prossimo mi preparo con tanta, tanta, tanta più pre-sciistica di quest'anno...
In seggiovia
Foto da tamarro
Quello scarso
Quella brava