Avevo scritto che avrei postato le foto delle mie modifiche alle straps ma, dato che un altro utente del forum si sta cimentando con la modifica della base, ho deciso di descrivere il mio operato su questa parte.
Come per le due precedenti puntate relative alla modifica degli spoiler (Hi-Backs) e' d'obbligo un "discalimer": la modifica delle basi (Base-Plates) e' a mio parere qualcosa che potrebbe, piu' di ogni altra modifica, compromettere la funzionalita' dell'attacco: un hi-back o una strap o un cricchetto o un disco si cambiano facilmente e non costano poi molto.
Una base, invece, costituisce il grosso dell'attacco, e se rotta, non credo si possa avere come ricambio..
Smanettare sulle basi invalida ovviamente la garanzia (spesso a vita) offerta dal fabbricante.
E ancora una volta: proprio come con la tavola, ognuno e' responsabile per se stesso.
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2) Le Basi (Base-Plates)
Smontando un attacco nelle sue parti, credo sia gioco forza notare come la base sia il componente piu' massiccio, pesante e ingombrante.
In effetti e' la parte che subisce le sollecitazioni piu' forti: e' su di essa che l'hi-back scarica, tramite l'archetto posteriore, la forza esercitata dal
rider durante le curve backside ed e' su di essa che le straps scaricano le forze ivi esercitate da punta e collo del piede.
Se poi pensiamo che la base e' vincolata alla tavola solo nell'esigua area costituita dal disco di fissaggio, mentre tutto il resto e' totalmente scollegato da essa, credo non sia difficile rendersi conto di quali reazioni vincolari, tensioni e deformazioni debba sostenere una base.
In alcuni degli attacchi che ho modificato mi sono reso conto di tutto questo poiche' notavo che, comportando la modifica delle basi un indebolimento delle stesse con conseguente maggiore "cedevolezza", sotto certe condizioni alcuni delle basi si flettevano, letteralmente sollevando momentaneamente le estremita' dalla superficie del top della tavola nei momenti di riding piu' "intenso".
Certo, l'effetto dipende molto dall'entita' della modifica, da come essa viene eseguita nel rispetto delle costole e delle nervature di rinforzo e dai materiali costituenti le basi e dal loro design.. pero' penso che una modificazione con incremento di "morbidezza" dell'attacco quasi sempre inevitabile.
L'attacco permissivo e morbido ha vantaggi e svantaggi che possiamo facilmente tutti intuire in funzione del tipo di riding che affrontiamo.
Una curiosita': tempo fa mi sono imbattuto in un forum di sciatori freestyle nel quale si discuteva delle modifiche per "smollare" gli attacchi per slidare
le ringhiere...tutto il mondo e' paese!
Quello che in genere faccio sempre sulle basi e':
2A) Uso di attacchi il piu' piccoli possibile.
Compatibilmente con la misura dello scarpone, cerco sempre di usare attacchi piu' piccoli possibile.
Con alcuni dei miei attacchi riesco a infilare alcuni dei miei scarponi n° 45 e 46 in un attacco L anziche' XL.
Cio' non e' possibile con tutte le marche e spesso sono costretto a modificare gli scarponi per farli entrare piu' agevolmente negli attacchi "piccoli".
Ad esempio, i miei Nortwave mis.46 entrano negli attacchi RadAir L senza problemi poiche' sono stretti di pianta.
Viceversa, gli UPS benche' n°45, non entrano nei suddetti attacchi (perche' piu' larghi di pianta) senza le opportune modifiche.
La possibilita' di mettere scarponi grossi in attacchi piu' piccoli e' essenzialmente dovuta al fatto che, per motivi di riduzione dei costi, i fabbricanti di scarponi (posso dirlo poiche' ho lavorato in un settore collegato a quello delle calzature per lo sci) non fanno uno scarpone diverso per ogni numero di piede ma, invece, usano lo stesso scarpone per calzare anche numeri inferiori e superiori (es. col 44 si calza 43 e 45) semplicemente giocando poi con allacciature, scarpette interne (che costano 4 lire), solette etc.
Ecco quindi che, se si e' fortunati, uno scarpone grande puo' entrare in un attacco piccolo.
Stesso discorso vale, come sappiamo, per gli attacchi: diversi numeri di scarpone devono entrare nella stessa misura di attacco ed e' quindi possibile trovare marche piu' o meno tolleranti nei confronti dei "piedoni".
Attacchi piccoli comportano peso minore e, a mio parere ancora piu' importante per le tavole ultraburrose come quelle a camber inverso, un ingombro in pianta piu' piccolo.
Gli Union Contact, in tutte le loro varianti, si fregiano di perseguire proprio questa filosofia del "leggero e poco ingombrante sulla tavola".
2B) Eliminazione dei gas-pedals
Chi ha una certa eta' come me avra' notato che a un certo punto gli attacchi, specie quelli piu' costosi, hanno iniziato ad arricchirsi di accessori per rendere piu' confortevole la surfata e piu' agevole il cambio lamina.
Ecco quindi hi-backs sempre piu' alti per il rendere piu' immediato il backside, i gas-pedals per facilitare il passaggio al frontside e superfici morbide un po' ovunque per rendere gli atterraggi piu' morbidi, le asperita' piu' sopportabili, la surfata meno stancante.
Ricordo che una decina di anni prima il "liet motiv" era invece di avere meno materiale possibile fra suola e tavola per conferire la massima sensibilita' e senzazione di essere "nella" tavola invece che "sulla" tavola... c'erano attacchi "baseless" dove la suola dello scarpone poggiava direttamente sulla tavola. (fig. 1)
FIG1
Degli hi-backs abbiamo parlato nelle discussioni ad essi dedicate, mentre per quanto riguarda i gas-pedals la modifica e' molto semplice: basta sganciarli (sono inseriti con un sistema di clips in plastica) portandoli prima alla massima posizione in avanti e poi spingendoli ancora in avanti in modo da smontarli.
Gli attacchi piu' economici, cosi' come tutti gli attacchi del passato, non hanno invece i gas pedals.
In figura 2 si vede un attacco Burton Freestyle rovesciato, in modo da mostrare il sistema di fissaggio del gas-pedal e il gas-pedal stesso smontato.
Con il gas-pedal toglieremo di mezzo anche l'imbottitura, solidale con esso, che lo ricopre.
FIG2
2C) Alleggerimento della base tramite foratura.
A mio parere questa e' la parte piu' significativa e importante.
Nelle mie prime modifiche ho sempre proceduto poco alla volta, usando gli attacchi ogni volta prima di continuare ulteriormente con la modifica in questione.
Mi fermavo quando l'attacco si mostrava morbido, cedevole e permissivo in modo eloquente.
La foratura della base trae spunto dalla considerazione che una certa parte del materiale che la costiuisce, intesa come la parte piatta ove poggia la suola degli scarponi, non e' necessaria per la resistenza meccanica globale.
Rovesciando l'attacco, infatti, si possono notare ampie e piu' o meno spesse nervature di rinforzo: sono esse che conferiscono quasi tutta la rigidezza alla base dell'attacco e sono solo esse che poggiano sulla tavola trasmettondovi le forze che il rider esercita.
In figura 3 si vedono alcuni dei miei attacchi rovesciati con le relative nervature di rinforzo delle basi in evidenza.
FIG3
Il materiale compreso fra le nervature, e che non tocca sul top sheet della tavola, puo' quindi essere asportato (con le dovute cautele).
L'asportazione puo' essere fatta con fori di diametro opportuno (io di solito uso punte da 8 mm) opportunamente distanziati oppure, dopo i fori, con sagomatura degli stessi in modo da ottenere vuoti di forma allungata anziche' circolare, come nel caso degli attacchi Drake a sinistra nella figura 3.
La mia impressione e' che i fori allungati alterino di piu' la rigidezza della base dell'attacco.
Nella precedente figura 3, oltre alle nervature, si vedono anche i fori che ho praticato in due dei tre attacchi mostrati.
Da sinistra a destra:
- Drake, i piu' "compromessi" perche' diventati molto morbidi a mio parere a causa dei grossi fori allungati che ho praticato
- Deduct, sui quali non ho ancora "operato"
- Burton Freestyle sui quali ho al momento eseguito pochi fori e che non hanno quindi, secondo me, accusato alcun cambiamento dal punto di vista della funzionalita'.
In figura 4, invece, si vedono gli attacchi RadAir che ho da poco montato su una delle mie tavole e che provero' per bene durante le prossime uscite: per essi ho preferito eseguire fori circolari abbastanza serrati.. speriamo bene!
FIG4
Nell'asportare materiale dalla base, ho imparato ad avere cura di non intaccare troppo il materiale che contorna in disco di fissaggio con la tavola, essendo questa zona l'unico e solo vincolo esistente con la tavola.
Negli attacchi Drake, quelli a sinistra in figura 3, ho commesso a mio parere l'errore di aprire fori un po' troppo vicini al disco di fissaggio e questa e' forse una delle cause principali della sensazione di "morbidezza" e "cedevolezza" che sento ora con questi attacchi (anche se li ho provati per bene, specie con tail press e nose press belli esagerati, anche da fermo e tenendomi su una ringhiera per esagerare ed estremizzare il movimento, e hanno resistito bene).
Mi fermo qui: nella seconda parte postero' il mio "lavoro" sui fianchi delle basi, sugli archetti e sui dischi di fissaggio.