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attacchi strani.... come si chiamano?
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Skippy Offline
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Messaggio: #11
RE: attacchi strani.... come si chiamano?

no..il bello dei flow è proprio il fatto che ci perdi 15 minuti la prima volta per regolarli ma poi hai sempre la stessa calzata..cosa che con i normali attacchi non avviene perche tutto cambia in base a quanto stringi i cricchetti ogni volta...

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04-03-2010 07:10 PM
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midall Offline
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RE: attacchi strani.... come si chiamano?

grazie Skippy ;-)

ultima domanda e poi passo e chiudo: in termini di spesa (escludendo la comodità dell'attacco) conviene buttarsi sui flow oppure si trova qualcosa di più PRO a pari prezzo?

p.s mi****a son già in sclero adesso per scegliere gli attacchi figuriamoci quando dovrò decidere che tavola prendere Undecided
04-03-2010 07:16 PM
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Skippy Offline
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Messaggio: #13
RE: attacchi strani.... come si chiamano?

Mi sa che i flow sono tra gli attacchi più a buon mercato..i flite li trovi a 100 euro mentre i force minimo 150 idem i czar..a meno che non ci siano super sconti..

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04-03-2010 07:33 PM
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tiello Offline
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Messaggio: #14
RE: attacchi strani.... come si chiamano?

ci sono anche gli APO TEAM che sono meglio di flow xkè sfruttano entrambe le tecnologie (vedi nella sezione mercatino ce li ho in vendita nuovi)
09-03-2010 12:28 PM
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aricost Offline
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Messaggio: #15
RE: attacchi strani.... come si chiamano?

mi ero perso questa discussione.. cmq ne ho visti di riders con questi attacchi e me ne hanno parlato bene.. secondo me sono da provare dopo che imparo a non cadere ... ho visto anche i k2 con lo stesso sistema , li aveva un ragazzo a roccaraso affianco a me mentre salivamo.. solo che mi ha detto che si deve stare attenti sulle cabinovie seggiovie perche' possono rompersi.. e' vero?
09-03-2010 03:13 PM
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Skippy Offline
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Messaggio: #16
RE: attacchi strani.... come si chiamano?

Non so cosa intendeva il tipo..ma un'altro problema è quando cerchi di passare i tornelli o salire sulle seggiovie e non ci si ricorda di tirare su lo spoiler..che va a sbattere contro i pilastrini degli skipass e contro tutto il resto..rischiando di romperlo..basta stare un attimo attenti e ricordarsi di ripiegare lo spoiler quando è sganciato..

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09-03-2010 03:39 PM
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aricost Offline
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Messaggio: #17
RE: attacchi strani.... come si chiamano?

forse intendeva questo.. a quei tornelli mi sembra di lottare per chi fa prima..
09-03-2010 03:48 PM
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Matteo Scofield Offline
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Messaggio: #18
RE: attacchi strani.... come si chiamano?

mi sono andato a vedere un pò di attacchi e mi sono innamorato di questi... http://cgi.ebay.it/FLOW-M9-SE-YELLOW-ATT...5ad6932aa1 qualcuno li ha? come sono?
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(09-03-2010 04:13 PM)Matteo Scofield Ha scritto:  mi sono andato a vedere un pò di attacchi e mi sono innamorato di questi... http://cgi.ebay.it/FLOW-M9-SE-YELLOW-ATT...5ad6932aa1 qualcuno li ha? come sono?

ecco comunque la spiegazione completa degli attacchi raga....
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(09-03-2010 04:13 PM)Matteo Scofield Ha scritto:  mi sono andato a vedere un pò di attacchi e mi sono innamorato di questi... http://cgi.ebay.it/FLOW-M9-SE-YELLOW-ATT...5ad6932aa1 qualcuno li ha? come sono?
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(09-03-2010 04:13 PM)Matteo Scofield Ha scritto:  mi sono andato a vedere un pò di attacchi e mi sono innamorato di questi... http://cgi.ebay.it/FLOW-M9-SE-YELLOW-ATT...5ad6932aa1 qualcuno li ha? come sono?

ecco comunque la spiegazione completa degli attacchi raga....


Step-In - Attacchi ad Aggancio Veloce, Nico
.: Data Pubblicazione 01-Feb-2005 :: Letture:: 8833 :: :: :.

Premettiamo una cosa: mentre sopravvivono ed anzi si sviluppano i sistemi di aggancio veloce, per converso è innegabile che la cosidetta rivoluzione dello step-in dedicato ha fallito. Infatti i riders hanno decretato la morte di praticamente tutti i sistemi step-in veri e propri, cioè appunto dedicati ed incompatibili con gli attacchi classici. Invece sopravvive ed anzi prospera il back-in di Flow, che anzi ha scelto di rendersi al massimo compatibile con gli altri scarponi non-Flow presenti sul mercato, e per di più non passa anno che non veda comparire qualche altra soluzione più o meno simile a Flow, come quelle proposte di recente da K2 (Chinch), Volkl (Fastec), Ride (Contraband), e Decathlon. La descrizione che segue pertanto assume per i sistemi di aggancio veloce un valore attuale; mentre per gli step-in dedicati ha quasi un valore storico, infatti gli step-in Burton, Switch, Clicker, S.i.s. sono scomparsi del tutto dai listini, e quelli presenti ancora nei negozi pertanto presenteranno domani probabili problemi nella reperibilità dei ricambi; potremmo in ultima analisi dire che i riders hanno vinto sul marketing, stroncando un'idea con anche dei vantaggi, ma con molti problemi di universalità e compatibilità.

Per quanto attiene agli step-in dedicati, vi sono state nell'ultimo decennio diverse ditte che si sono lanciate nella sfida, elaborando ciascuna una propria soluzione. Peraltro, si sono così presentati ai potenziali acquirenti diversi sistemi, tutti incompatibili tra loro ed inoltre di prezzo, specie all’inizio, piuttosto sostenuto, comunque superiore all’insieme scarpa-attacco tradizionali: questo ha causato una diffusione piuttosto lenta dello step-in, e negli ultimi anni la fine, almeno qui in Europa, dello step-in dedicato.
Per converso vi è stata in parallelo la comparsa di alcuni sistemi di aggancio veloce non propriamente definibili step-in, che presentavano discrete e talvolta buone caratteristiche di rapidità, unite peraltro ad apprezzabili caratteristiche di assoluta compatibilità con gli scarponi tradizionali, spesso già in possesso del rider che si rivolge al mondo step-in; di qui la loro fortuna, magari a fasi alterne, ma rilevante in percentuale in molti paesi.

Qui di seguito si cercheranno di valutare, criticamente, i principali sistemi di aggancio rapido: si parlerà prima velocemente dei sistemi di aggancio veloce in senso ampio (back-in e altri sistemi veloci) e poi dei veri e propri sistemi step-in. In particolare ci si soffermerà su alcune caratteristiche, quali la compatibilità, l'effettiva velocità, la sicurezza dell’aggancio. Siccome, peraltro, ad ogni sistema corrispondono normalmente una o al massimo due marche, sarà inevitabile “fare i nomi”; senza che ciò abbia un valore di critica verso le stesse, essendo anzi ogni giudizio suscettibile a sua volta di critica e nonchè di modifica in base alle successive evoluzioni della tecnica.

SISTEMI DI AGGANCIO VELOCE
Sono sistemi in cui si è cercato di realizzare una velocizzazione più o meno marcata dell’aggancio, senza però modificare in alcun modo lo scarpone soft, ma intervenendo in misura più o meno marcata su alcuni elementi dell'attacco. Non hanno, come detto sopra, la stessa velocità degli step-in veri e propri, ma presentano una compatibilità pressoché assoluta fra attacchi e scarponi, presentando quindi aspetti di versatilità che la specializzazione degli step-in limitano.
Va osservato, peraltro, che il perfezionarsi degli elementi dell'attacco tradizionale, col raggiungimento di un'altissima efficacia e di una buona rapidità sia nell'aggancio che ancor di più nello sgancio ha, oggi come oggi, tolto molti dei vantaggi di questi sistemi "intermedi", decretando la lenta ma progressiva sparizione di molti di essi, perlomeno di quelli che non presentavano un vantaggio notevole in termini di rapidità. Pero' le case di attacchi, alla ricerca della novita' sensazionale per farsi notare dai rider, di tanto in tanto immettono sul mercato un nuovo sistema di attacco veloce; poi bisogna vedere quanto tempo dura...

FLOW
Sicuramente fra i sistemi di aggancio veloce il primo posto va al sistema Flow; questo comporta che probabilmente sia l'unico che ha mantenuto il passo da un lato con l'efficienza degli attuali attacchi classici, dall'altro con l'indubbia comodità degli step-in. Ciò per il buon successo ottenuto, in termini di diffusione e quindi di vendite, negli ultimi anni.
L’attacco Flow è composto da uno spoiler reclinabile ed un fascione unico sostitutivo delle due strap e anatomicamente conformato, per quanto negli ultimi anni Flow lo abbia progressivemente assottigliato al centro per renderlo di fatto molto simile alle due straps tradizionali, solo connesse a meta'; ed inoltre ha inserito su tutti i modelli di gamma media ed alta quattro o almeno due cricchetti per poter regolare micrometricamente la pressione come su un attacco normale. L’aggancio avviene mediante l’inserimento dello scarpone da dietro ed il sollevamento dello spoiler che viene premuto sul back dello scarpone dall’azione combinata di una leva e un cavo metallico. Il sistema è abbastanza rapido ed efficace e presenta il vantaggio di essere compatibile con praticamente quasi tutti gli scarponi soft in commercio (è sempre meglio verificare caso per caso); è in sostanza un vero attacco soft, adattissimo anche al freestyle. Ha inoltre subito degli indubbi miglioramenti negli ultimi anni, specie nello shape del fascione e nell’aggancio posteriore, passato da straps in cordura ad, appunto, un cavo metallico. Vi è poi stato il passaggio dalla struttura metallica a quella plastica, anche se oggi pare tornare in auge anche la struttura metallica nei costosi modelli di punta.
E’ quindi la scelta ideale, grazie alla sua compatibilità pressoché assoluta, per chi possieda già altre tavole con altri attacchi ma voglia egualmente un sistema veloce e comodo di aggancio.
Per contro, l’attacco stesso è forse un po' piu` ingombrante nel trasporto (per chi porta la tavola sopra il tetto dell’auto è consigliabile mollare le racket bands da un lato o quelle sulla caviglia e far aderire lo spoiler alla base inclinandolo in avanti, e richiudendogli sopra il fascione), e richiede un minimo di iniziale taratura del fascione.
Per la particolare conformazione di tutti i back-in, si calza piu' facilmente in piano: l'entrata da dietro su un pendio con la lamina front appoggiata è sì teoricamente possibile, ma piu' complessa e potrebbe non realizzare una chiusura sulla caviglia abbastanza forte, specie per chi desideri un deciso contenimento del tallone; si tende, infatti, in quella posizione, a tenere leggermente sollevato il tallone e pertanto per chiudere l'highback si necessita di una forza maggiore se il fascione è pre-settato stretto. Inoltre, conseguenza della struttura di un back-in, va prestata un po’ di attenzione all’entrata dei cancelletti degli impianti di risalita, dove l’highback reclinato, sporgendo all'infuori dalla lamina back, può facilmente andare a sbattere, anche violentemente, contro sbarre metalliche, con rischi di danneggiamento dell’attacco. Va inoltre verificata, per i burtoniani, che la compatibilità col sistema 3D - fino al '99 prevista con apposito disco da ordinare a parte, mentre oggi viene fornito un disco multistandard - non limiti troppo l'efficacia in termini di microregolazione del passo.
Qualche piccola pecca si è riscontrata in passato nella solidità delle strap dentate di aggancio al fascione; in particolare, per evitare di solleciutarle in modo eccessivo, in caso di presenza di neve sulla base, si consiglia di dare con la mano una veloce pulita, evitando che lo spessore così creatosi porti a forzare la chiusura dell’attacco, con tensione molto forte sulle “rackets” all’altezza della caviglia e conseguente rischio di rotture. Va detto che, come accennato sopra, nelle ultime versioni però è stato introdotto un rilevante miglioramento, cioè sono stati aggiunti dei cricchetti sul fascione al posto dei semplici blocchi, dando pertanto a tutti la possibilità di microregolare l'attacco come per quelli tradizionali. In ultima analisi pero' alcuni problemi "di gioventù" sulle versioni di punta NXT che hanno decretato il ritorno al metallico hanno un po offuscato un sistema che di per se' nasce da un'idea semplice ed efficacissima. Ultima cosa, per l'utilizzo su una tavola divisibile da backcountry (v. apposito articolo) il sistema flow potrebbe avere notevoli vantaggi rispetto ad un attacco tradizionale, semplicemente aggiungendo una strap elementare dietro il tallone ad attacco aperto, o ancor di piu' facendo funzionare il flowback come un gambaletto con terza strap (il che necessiterebbe di sostituire i perni con dei veri cuscinetti a sfere). Ma finora non pare che la cosa sia stata notata o propagandata dalla casa stessa.


FASTEC (VOELKL)
Questo sistema, chiaramente di derivazione concettuale dal back in di Flow, è stato recentemente introdotto. Presenta uno spoiler reclibabile sorretto da un cavo e da una leva, similmente a Flow, anche se la geometria è parzialmente diversa. Inoltre ha due straps in tutto e per tutto simili agli attacchi soft tradizionali, ed anzi quella anteriore è una moderna capstrap, primo caso in un attacco step-in. Per uscire basta abbassare la leva posteriore dello spoiler, in modo identico ai Flow, però questo sblocca un piccolo meccanismo a leva posto anche sulla strap tibiale assime al solito cricchetto pompante, facilitando l'uscita. Nell'entrata nell'attacco oltre ad alzare la leva e insieme lo spoiler posteriore come con i Flow, bisogna bloccare giù questa leva; questo rende l'entrata forse un po' meno rapida che con i flow, però riduce la leva provocata dalla pressione del fascione posteriore. Inoltre nulla vieta di usare l'attacco come un attacco classico, dato che ha tutti gli elementi di esso. Le prime realizzazioni poi sembrano abbastanza leggere, quindi adatte anche ad essere usate nel backcountry come attacchi da tavola divisibile, dove in salita presentano il vantaggio di poter essere utilizzati - previo montaggio di un cinghiolo posteriore, con lo spoiler aperto, favorendo così l'allungamento del passo che un attacco a spoiler fisso limita molto.
Chiaramente si vedrà nel tempo se il modello riscuoterà un successo simile ai Flow.

CINCH (K2)
Sistema introdotto da K2 da alcuni anni (2005), in realta' pare una rielaborazione di un paio di sistemi sperimentati. In sostanza prevede l'abbassamento dello spoiler posteriore con una leva, che pero abbatte parte dell'archetto, in questo differenziandosi almeno formalmente da Flow, e nel far questo alza la strap della caviglia e in parte anche quella della punta, con un meccanismo che nella leva richiama il sopradescritto Crocodile e in parte alcuni del passato come il Nidecker back-in. Non sembra finora abbia avuto una risonanza e un successo particolari. Presente pero' l'indubbio vantaggio di poter essere usato effettivamente sia come un attacco tradizionale che come un back-in tipo Flow.



CROCODILE (Fritschi)
Era un tipo di attacco rapido di concezione particolare e diversa da un back-in, che non ha avuto grossa diffusione, commercializzato anche dalla Palmer col nome di Speed Trap, consistente in un meccanismo che collega strap anteriore e posteriore con delle staffe laterali e un “sopra-archetto” rigido sulla strap alla caviglia. L’apertura e la chiusura sono azionate spingendo e tirando quest’ultimo elemento, per cui sembra un po’ che si apra la bocca di un coccodrillo, e da qui il nome. E’ sostanzialmente un sistema di accelerazione delle procedure di chiusura di un attacco convenzionale, di minor rapidità rispetto al Flow; evita però del tutto le difficoltà di inserimento delle cinghiette dentate nei recettori degli attacchi tradizionali. Ha peraltro, almeno nella versione top in metallo, una struttura alquanto solida, e fornisce un supporto ed una chiusura adatti anche al freeride in pista. Per contro, aumentando l’inclinazione degli spoilers, si riduce lo spazio utile per l’inserimento dello scarpone, rendendo un po’ più difficile l’operazione, in particolare con scarponi soft sostenuti e scarsamente flessibili all’indietro. Inoltre, difficilmente con la semplice pressione del sopra-archetto si ottiene una ritenzione della caviglia soddisfacente, essendo necessario pompare sui cricchetti ai lati della strap posteriore, posti a mo’, se si può’ dire, di orecchie di elefante, cricchetti, peraltro, diversi e di ben minor efficacia rispetto agli attuali "pompanti". Di sicuro minor pregio le versioni economiche senza archetto posteriore; migliorabile inoltre la insufficiente rigidità delle cinghie dentate alla caviglia che funzionano come rotaie per la staffa di chiusura.
In conclusione diremmo che presenta una certa rapidità nell'uscita, ma che stenta a reggere l'efficacia degli attuali attacchi soft classici; inserendo nella struttura, non senza difficoltà, degli attuali cricchetti pompanti potrebbe essere riscoperto e rimesso in produzione. Da rilevare che in utilizzo freeride avrebbe il vantaggio di permettere in caso di emergenza una rapidissima uscita del piede ovvero un rapidissimo rilascio della tavola (per esempio in caso di valanga o slavina)
Oggi è rinvenibile con difficoltà solo nel mercato dell'usato, nel qual caso meglio orientarsi sulle versioni metalliche o quantomeno dotate di archetto. A testimonianza del fatto che il sistema in se non era una cattiva idea, K2 ha introdotto di recente una versione simile di attacco con un diverso nome e con l'introduzione di un cavo metallico di serraggio, ma sostanzialmente di funzionamento simile.
ALTRI SISTEMI
Come appena visto, ogni tanto riappaiono nuovi tentativi di velocizzazione del sistema soft, ormai con peraltro il prerequisito di mantenere l'universalità del classico attacco a gabbia. In passato vi erano altri sistemi che si richiamavano, con pregi e difetti conseguenti, a quelli sopra elencati. C'era poco tempo fa il sistema a fascione unico di Drake, presto abbandonato, più indietro nel tempo ilil Nidecker Back-in, oppure, fino al 2000, il Tube della Proflex, con fascione alla Flow ma entrata come il Crocodile, che sommava pregi, ma anche difetti di entrambi i sistemi; Ups e Fin’s erano dei classici back-in con sollevamento dello spoiler, la cui efficacia “di spinta” dello scarpone all’interno dell’attacco e la velocità del serraggio supplementare della strap sulla caviglia erano tutti da verificare nell'utilizzo pratico. Oggi sono tutti sistemi che appaiono e scompaiono solo nei mercatini dell'usato e su e-bay.

Invece qualche nuovo sistema aveva proposto di recente l'idea particolare della gabbia che resta attaccata allo scarpone, staccandosi da un disco automatico fissato sulla tavola; costruzione strana e antiestetica al massimo, ma che almeno presentava velocità di aggancio insieme a totale universalità, ma il successo è stato nullo; l'idea, ma ad altri fini, sopravvive nel meccanismo di aggancio e sgancio dell'attacco nelle tavole divisibili anche chiamate splitboard, nelle quali l'attacco si trasfoma anche nella base che segue il piede nella salita sui due sci che compongono la tavola

Vivo per tre cose: sesso - snow - rock'n roll!!! Vi pare poco?
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-03-2010 04:54 PM da Matteo Scofield.)
09-03-2010 04:13 PM
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