RE: Ciao a tutti, un nuovo malato (e profano) di snow è tra voi!
.. un mio appunto: ho notato che si sta man mano affermando una "filosofia" di insegnamento volta a rendere gli allievi "operativi" sin da subito, al fine di dare loro soddisfazione pressoche' "immediata"..
Mi spiego con qualche esempio a cui ho assitito personalmente diverse volte:
- nello snowboard: sempre meno, si passano i primi due o tre giorni ad insegnare l'equilibrio one-foot, la "foglia morta" front e back la gestione della tavola nel momento in cui il nose passa per la massima pendenza...
Invece, dopo due ore, gli allievi eseguono gia' le prime curve concatenate (scodando, e' ovvio, con il piede posteriore e/o "forzando" le derapate dimenando il busto).
Capisco che un principiante non veda l'ora di "viaggiare", e che dedicare tempo alle basi sia anche noioso...
Pero' imparare un po' di one-foot insegna a gestire il peso e la dimensione del nuovo attrezzo che si ha sotto i piedi, le noiose foglie morte insegnano a gestire la tavola con le punte e con i talloni alle diverse pendenze e su fondo duro, morbido, sconnesso e insegna che qualsiasi cosa accada, se ti metti su una lamina puoi far fermare la tavola in pochi metri..
Gestire la tavola nell'istante in cui passa alla massima pendenza insegna che l'attrezzo accelera immediatamente, e che basta un po' di coraggio per imparare mantenere il baricentro al suo posto senza buttarsi indietro, per evitare di partire via all'impazzata.
Insomma, tante piccole cose sono forse scoccianti all'inizio e che, mi sembra, vengono tralasciate nel nome del "vorrei imparare subito per divertirmi al piu' presto..".
- nello studio della musica: conosco almeno tre giovani (8, 11, 14 anni) che sono ottimi esecutori al piano (suonano tutti da almeno 4 anni), che fanno concerti e competizioni, ma che hanno cominciato a studiare veramente i fondamenti di teoria della musica e di armonia soltanto adesso.
Cio' perche' il moderno metodo e' quello di non insegnare la musica, ma di insegnare a suonare...
Niente piu' scale, intervalli, triadi, quadriadi, toniche, dominanti etc.. quello che conta e' che un bambino si diverta a suonare da subito.. poco importa se non sa cosa sia un terza, una quinta, una diminuita... deve tornare a casa e vedere che ha imparato a suonare.
Studiare la teoria musicale e' noioso, specie per un bambino... ed e' quasi sicuro che si rompera' le scatole presto e mollera' dicendo che il corso di piano e' noioso.
Solo dopo 3 o 4 anni cominciano ad insegnare loro i fondamenti.
- scuola di tango: una volta si passavano i primi mesi allo specchio per le posture (mani, testa, spalle).. tempo dopo si passava al ballo in coppia con un/una partner.
Ora in tutti i corsi di ballo, spiegano 4 sequenze fondamentali e poi fanno ballare in coppia gli allievi.
Ovvio che torni a casa contento perche' gia' alla prima lezione hai ballato il tango...
Insomma, quello che intendo dire e' che sto notando quello che chiamerei un certo "disimpegno" nell'imparare, disimpegno che, inevitabilmente, anche chi insegna deve seguire, altrimenti gli allievi potrebbero annoiarsi perche' non vedono subito risultati e, peggio, mollare criticando il corso o il maestro.
Quindi, Lamer, sicuramente sì al maestro di snowboard.. ma altrettanto importante e' capire che i progressi migliori richiedono un po' di tempo e di pazienza.
Qualsiasi maestro sara' secondo me stra-contento di accompagnare un allievo rider che abbia voglia di imparare davvero (e che non sia solo interessato a fare le curve dopo 2 ore, per poi prendere la seggiovia farsi male sulle piste rosse).
Ciao.
Carlo
"Water evaporates. Clouds form. Life begins.
A snowstorm atop high peaks falls heavy, settles, melts, flows through tributaries, streams into rivers, finds the sea and returns to the air.
This process we follow, this cycle we ride."
B. Iguchi in "The Fourth Phase"
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 02-12-2014 11:39 AM da fdineve.)
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