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salti - Naiv - 16-11-2010 11:54 AM
raga scusate la mia ignoranza ma com'è possibile fare salti così alti senza farsi male nell'atterraggio? non riesco a capire...ho anche visto un tizio che si lancia da una finestra dell'albergo per atterrare nella neve sotto con la tavola O_O come si fa a non ammazzarsi? xD
RE: salti - quadramon - 16-11-2010 12:20 PM
è un mix di tecnica-piegamento gambe-ammortizzazione ed anche di tipologia dell'area di landing.
se ti fai un salto di 20 mt difficilmente atterri su un piano orizzontale, ma su una superficie inclinata per ammorbidire l'impatto.
buona parte dell'enegia potenziale che accumuli nella fase di discesa del salto si scarica un po sulle gambe e molto sul piano iclinato di atterraggio.
se atterri su un piano pefettamente orizzontale ti esplodono le ginocchia e ti ritrovi il culo sotto il mento.
RE: salti - midall - 16-11-2010 12:23 PM
quadra ortopedicamente parlando sarebbe meglio dire....
il mento sotto il culo
RE: salti - Naiv - 16-11-2010 03:30 PM
quindi maggiore è la pendenza dela superficie di atterraggio minore è il trauma e maggiore è la forza che si scarica sulla neve?
RE: salti - Anders - 16-11-2010 04:20 PM
Si, ma tutto dipende dalla tavola, se lo fai senza ti spappoli la cartilagine pure se atterri su un piano inclinato a 45°
RE: salti - quadramon - 16-11-2010 05:02 PM
anche la tavola ha il suo ruolo. deve essere stabile nel landing, troppo molle ti scappa via...
RE: salti - Naiv - 16-11-2010 09:13 PM
quindi se si sbaglia e atterri di culo di ammazzi?
RE: salti - teofalc - 16-11-2010 10:04 PM
molto moltoooo orientativamente se una persona "normale" si mette su un gradino di 70cm e si lascia cadere su una superficie piana, nel momento dell'atterraggio le gambe e tutto il corpo sostengono (o dovrebbero sostenere
) istantaneamente più o meno 5000 Newton, l'equivalente di circa 500 kg.Se invece atterri su una superficie inclinata per esempio di 30 gradi, fatta di un materiale che fa pochissimo attrito (neve) e con una cosa sotto i piedi che ti permette di continuare a scivolare con poco attrito (snowboard), quei 500kg che le tue gambe prima dovevano sostenere diventano ora 433.
Se atterri su una superficie inclinata di 45°, allora dovrai sostenere 353 kg.
Più aumenta l'inclinazione, più diminuisce l'impatto che avrai sulle tue gambe, come si capisce.
Se vuoi scrivo i calcoli e posso spiegare un po' meglio...era solo per rendere l'idea
Se atterri di culo il problema è che il tuo bel sederino non è così liscio come la soletta di uno snowboard, opporrà molta più resistenza allo scorrimento e tu ti farai piuttosto male...
Ma ti fai male lo stesso se non calcoli bene la velocità con cui uscire dal kicker e ti ritrovi ad atterrare, anche perfettamente in piedi, sul flat del salto.
RE: salti - Naiv - 16-11-2010 10:50 PM
ehm...e quanto peso può sopportare una persona?
RE: salti - Blueyes - 16-11-2010 11:08 PM
dipende dalla persona e dipende da come cade....se caschi da 3 metri sulle tue gambe e pretendi di rimanere fermo come sei atterrato ti spacchi tutto ma se usi delle tecniche per dissipare l'energia cinetica accumulata durante la caduta allora non ti fai niente.
La questione non è quanto puoi reggere ma quanta energia cinetica riesci a dissipare all'atterraggio.
Anche buttandosi da un aereo si accumula molta energia cinetica che se non avessimo il paracadute ci ammazzeremmo, il paracadute riduce l'energia cinetica accumulata e ci permette di atterrare ad una velocità giusta (a quella velocità corrisponde una energia cinetica che possiamo sopportare).
Se guardi gli stunt man volano anche da 4-5 metri e atterrano senza farsi nulla, questo perchè quando atterrano dissipano l'energia cinetica che possiedono in attrito con l'asfalto semplicemente facendo molte capriole, ovviamente devono imparare a unire la capriola all'atterraggio poichè deve essere un movimento unico.
Questo se parliamo di un piano orizzontale, è ovvio che se andiamo a considerare un piano inclinato le cose si facilitano molto.
Quando atterri con la tavola il fatto di avere un piano inclinato ti permette di avere un atterraggio morbido e continuare a mantenere la tua velocità rallentando piano piano e non istantaneamente.